Le donne e il digitale: come sta cambiando il mondo

Già prima dell’avvento della pandemia si iniziava a parlare di smart working. Soprattutto nei Paesi nordici, infatti, si era capito che il collegamento tra produttività e ufficio era un’idea arcaica, che si potesse facilmente sostituire. Il coronavirus, i lockdown e il blocco degli spostamenti hanno costretto gran parte della popolazione a fare i conti con la tecnologia, con tutti i pro e i contro del caso. Non solo: se le professioni legate al digitale stavano già diventando più quotate, ora sono letteralmente scoppiate proprio per rispondere alle esigenze che la crisi sanitaria ha sollevato. In questo scenario, però, qual è il ruolo delle donne nel mondo del lavoro tech?

🥊 È ora di superare gli stereotipi

Il mondo digitale è sempre stato considerato un pianeta per soli uomini. Oggi, però, la realtà racconta un quadro molto diverso: l’ampliamento delle professioni legato alla tecnologia si è aperto anche alle donne, cercate in modo specifico da parte delle aziende. D’altronde, “le donne sono il vero potenziale dell’Unione europea e tutti gli stati membri dovrebbero iniziare una strategia di politica economica inclusiva. Colmare il divario di genere nelle posizioni digitali equivarrebbe a un aumento di ben 16 miliardi del PIL”, ha dichiarato il Comitato Economico e sociale Europeo. Per farlo, chiaramente, è necessario attirare l’interesse delle donne nei confronti della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica, materie culturalmente "riservate ai soli uomini".

Come primo strumento di cambiamento, il CESE suggerisce che la formazione possa garantire un’ “alfabetizzazione digitale” già dalla scuola dell’infanzia per prevenire gli effetti sociali e culturali che fanno prendere le distanze alle donne dai mestieri digitali. Il primo passo, sicuramente, è smetterla di pensare al digitale come a un “lavoro da uomini”. La tecnologia è solamente un impiego che può essere svolto da chiunque. Soprattutto ad oggi, che il mercato in questo settore è in espansione e pronto a riconoscere le competenze tramite anche stipendi più elevati.

💻 I dati della Commissione europea

Secondo uno studio della Commissione europea, l’Italia si posiziona 25esima per la partecipazione delle donne nell’economia e nella società digitali in base all’uso di internet, alle competenze degli utenti e alle competenze specialistiche e dell’occupazione. I dati evidenziano un notevole divario tra gli uomini e le donne, ma un segnale positivo c’è: il gap, gradualmente, negli ultimi 10 anni sta diminuendo. Questo nonostante in Italia solamente il 14,8% delle persone specializzate nei settori ICT siano donne, contro il 17,7% della media europea. develhope.co e i suoi corsi sono la dimostrazione che il digitale non è più un lavoro per uomini: a sottolinearlo sono le tante esperienze di donne che, tramite il programma, hanno deciso di approcciarsi al mondo della programmazione, trovando il loro spazio nel mercato del lavoro in tempi brevissimi.

Ci sono molte donne da cui trarre ispirazione...💃

Un esempio è Amelia Tomasicchio. Di origini pugliesi, Tomasicchio è la fondatrice di The Cryptonomist, un quotidiano online di cui è anche direttrice e che si occupa di notizie relative al mondo della blockchain e delle criptovalute. Un giornale che conta circa mezzo milione di visite al mese. “Ci occupiamo di trading, nuovi progetti, interviste. Pubblichiamo una quindicina di articoli al giorno per cercare di coprire tutto quello che succede all'interno del mondo crypto”, ha raccontato in passato a Forbes. Tomasicchio si è conquistata il primato in quanto una delle più giovani ragazze italiane a ricoprire il ruolo di direttrice di una rivista, ed è anche Cavaliere delle arti e tecnologie secondo la Crypto University e una delle donne più influenti del settore blockchain al mondo secondo Wirex. Giovane under 30, Amelia si è approcciata al mondo delle criptovalute quando ancora era un universo sconosciuto ai più, tagliando traguardi che la maggior parte delle persone non intravedeva nemmeno.

“Quando ho iniziato, nel 2015, mi capitava spesso di parlare di bitcoin con gente di ogni tipo e nessuno aveva ancora la minima idea di cosa fosse. Con il passare degli anni, ho osservato una maggiore consapevolezza su questo trend, che però non sempre si è tradotta in una maggiore expertise”. E’ la prima ad ammetterlo: c’è ancora molta diffidenza rispetto a questo argomento, ma le nuove generazioni stanno sicuramente iniziando ad approcciarsi in modo diverso alle tecnologie, attirando anche l’attenzione di molte donne.


Amelia Tomasicchio è una di quelle che ce l’ha fatta. E’ l’esempio di come il mondo della tecnologia è adatto anche alle donne. Quindi, se anche tu hai la passione per la programmazione o più in generale per la tecnologia, questo è il momento di lanciarsi e di dimostrare che abbattere il muro degli stereotipi è possibile. Anzi, è obbligatorio! 🔥

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