Un messaggio dalle Donne di Develhope: Abbiate il coraggio di osare

Un messaggio dalle Donne di Develhope: Abbiate il coraggio di osare

Da quando è nata, Develhope lavora sempre per mettere in primo piano e dare risalto alla propria missione: aiutare a costruire un'Italia digitale che metta le donne e i giovani al primo posto. Ha sempre cercato di non trascurare quella che è la parte più umana del business.

Develhope vuole creare nuovi posti di lavoro per i giovani del nostro paese e, d’altra parte, vuole che le donne siano incluse il più possibile in questo processo, come vere protagoniste del cambiamento.

Abbiamo dunque chiesto al nostro team, che comprende tantissime giovani donne, cosa si potesse fare secondo loro per incoraggiare la presenza femminile nel complesso mondo dell'innovazione e della programmazione.

L’otto marzo viene generalmente ricordata come una giornata di “festa” quando in realtà è una giornata durante la quale riflettere. Molte sono le donne infatti che ricevono fiori, mimose. Ricordo ancora mio padre quando le coglieva direttamente dall'albero la mattina presto, era una cosa che mi rendeva felice, mi faceva sentire importante. Pensavo: "wow, la festa delle donne! "

Poi crescendo ho capito che l'otto marzo non nasca (purtroppo) da ideali romantici bensì politici e sociali.

Sai cosa successe esattamente nel 1910? Si riunirono un centinaio di donne, di 17 diversi paesi, in Danimarca. Questo incontro nacque principalmente per due ragioni: la prima era quella di rendere omaggio ai diversi movimenti che si alzarono a favore dei diritti delle donne; la seconda, invece, era legata alla richiesta dell'universalità del voto.

Durante questa giornata però, ci fu l'esigenza di formulare un'altra richiesta: quella di stabilire un giorno dedicato esclusivamente a loro, alle donne. Come tutti sappiamo sono cambiate tantissime cose dal lontano 1910: nel 1950 venne emanata la prima legge che garantisce la conservazione del posto di lavoro alle giovani mamme, nel 1959 nasce il corpo di Polizia femminile, nel 1961 le donne possono intraprendere senza più ostacoli la carriera della magistratura e della diplomazia.

Nonostante tutte queste meravigliose conquiste, il gap di genere nel nostro paese è ancora molto presente. E' presente nelle condizioni salariali, nelle posizioni lavorative di rilievo, nella scienza, nella tecnologia e nelle nostre case.

Oggi dunque non è un giorno di festa ma è un giorno per ricordare a tutti e a tutte cosa vogliamo:

" Parto dal mio pensiero personale, secondo cui ritengo che molte donne abbiano una spiccata creatività, sensibilità e capacità organizzativa.Proprio per questo, in un ambito aziendale, credo che alle donne dovrebbero essere assegnati progetti di un certo rilievo. Mi piace pensare che alle volte possono essere leader da sole, o affiancate da altre donne, altre volte possono esserlo insieme ad una figura maschile: la diversità di genere in un team permette di modellare al meglio strategie e creare una sana innovazione" .

  • Chiara Giordano, International Expansion Specialist

"Sono convinta che la strada per avvicinare le donne alla programmazione e alle discipline STEM passi per l'informazione e la conoscenza. Abbiamo bisogno di avvicinare l'universo femminile a questo mondo lasciando che già dalle scuole inizino ad avere una certa familiarità con esso. Abbiamo il dovere di contaminare il mondo con la nostra essenza, e lo dobbiamo non solo a noi stesse, ma anche a tutte quelle donne che non hanno potuto nemmeno provarci".

  • Alessia Coccia, Talent Acquisition

" Probabilmente, parlando più spesso di esempi femminili in campo tecnologico non ci sarebbe questo enorme divario di genere in un settore così interessante. Tutta la storia della tecnologia è ricca di forti presenze femminili, da sviluppatrice software non posso che nominare Margaret Hamilton, la quale sviluppò il software di bordo per il programma Apollo, oppure Dorothy Vaughan, esperta di informatica elettronica e del linguaggio di programmazione Fortran alla Nasa. Figure come queste mi hanno spinta ad intraprendere questa carriera e posso assicurare a tutte le donne che l’informatica, la robotica e la programmazione hanno un fascino meraviglioso, basta non lasciarsi intimidire dai numeri".

  • Claudia Pitaresi, Android Developer

"Premesso che confido e spero che un giorno non ci sia più bisogno di affrontare questa tematica, credo che quello che in genere bisogna fare è lavorare attivamente negli ambienti educativi e nel quotidiano. Nello specifico nella comunicazione e in un atteggiamento più inclusivo possibile, dove le donne non si sentano più escluse o giudicate, e nemmeno uniche perché hanno mostrato qualcosa in più dei loro colleghi maschi".

  • Alice Doro, Talent acquisition

"Come designer, mi sembra che il linguaggio usato dalle piattaforme online di programmazione, sia molto indirizzato al pubblico maschile. I colori cupi e le illustrazioni severe sono distanti dagli elementi utilizzati solitamente per il pubblico femminile, e possono ostacolare un ingresso nel mondo dello sviluppo, che di fatto non cerca visualmente di parlare con loro. Credo, quindi, che per avvicinare il mondo femminile al digitale si debba passare da una ridefinizione del linguaggio grafico, che deve andare necessariamente oltre il genere".

  • Eleonora Sucato, UX/UI Designer

"In molte occasioni nella mia vita ho visto le mie vere passioni venire soffocate e le mie scelte venire influenzate e pilotate, cominciando dal venirmi negato di fare molte attività tipicamente viste come maschili quando ero piccola, fino ai consigli delle facoltà universitarie dei professori, all'esame di maturità. E' sempre stata una cosa che non ho sopportato, credo nel cambiamento".

  • Alba Militello, Android Developer


"Nel periodo storico in cui ci troviamo attualmente, la velocità, l'innovazione e le nuove tecnologie sono all'ordine del giorno. Sarebbe per questo importante un'educazione improntata sulle STEM a partire dall'età infantile, senza distinzioni di genere, così che le attitudini delle persone che si che si stanno formando possano sorgere senza ostacoli".

  • Giulia Grimaldi, Operations & Education

“Personalmente credo che il cambiamento debba partire in ogni ambito della società, e in ogni contesto, nelle grandi città ma soprattutto nelle piccole. Essendo cresciuta in un paese, allo stesso tempo vicinissimo alla capitale, ho avuto la possibilità di vedere e realizzare come, nel piccolo contesto locale, sia ancora presente e radicata la suddivisione delle professioni su base di genere".

  • Erika Del Vero, Marketing Team

“Credo che bisognerebbe implementare la conoscenza del mondo tecnologico sin dai primi anni delle scuole dell'obbligo, per permettere a tutti i giovani di accostarsi a questa nuova realtà. Il settore dedicato all'innovazione tecnologica è sicuramente adatto al mondo femminile essendo un lavoro che si basa prevalentemente sulla logica e sulla concentrazione, caratteristiche proprie delle donne".

  • Elena Reas, Talent Acquisition

"Credo che si sia radicato nella mente della comunità ormai da tempo il preconcetto che il mondo dell'innovazione digitale, tanto più quello della programmazione, sia roba da uomini. Da dove potremmo partire per sconvolgere chi ancora la pensa così mi chiedi? Da noi stesse. Molto spesso neanche noi donne sappiamo di cosa siamo capaci. Crediamo di non saper fare una cosa e di non capirne niente solo perché probabilmente non l'abbiamo mai provata".

  • Elena Vinti, Partnerships, Placement & Operations

"Penso che le ragazze ( si, le "ragazze", perché dobbiamo agire prima di diventare delle donne) abbiano soprattutto bisogno di esempi. Penso inoltre che molte volte ci impongono di seguire solo determinate strade: le borse, le scarpe, le bambole. Dobbiamo dimostrare fin dall'inizio alle ragazze che possono diventare tutto quello che vogliono, anche delle sviluppatrici".

  • Fanni Felfoldi, Education & Operations

"Penso che per far sì che le donne si avvicinino al mondo della programmazione bisognerebbe rivoluzionare prima di tutto il settore scolastico. Durante le scuole medie si tende a ripetere le stesse cose fatte alle elementari e invece dovrebbe proprio essere nel periodo di quei tre anni che bisognerebbe far conoscere ai ragazzi il mondo tech e renderli partecipi dello sviluppo e dell'innovazione".

  • Exenia Miglioli, Front-End Developer

"Bisogna avere il coraggio di essere ribelli, di concedersi nuove opportunità di azione. Le donne hanno sempre scritto il futuro, solo che non se ne parla abbastanza.Continuare a osare, porsi obiettivi ambiziosi e realizzarli con tenacia, questa è la chiave per misurarsi con i settori all'avanguardia e non solo! Osiamo e non preoccupiamoci troppo di compiacere chi pensa di saperla più lunga di noi".

  • Caterina Manolino, UX Researcher and Feel-good Coach

"Mi piace stare al computer, ho sempre amato i supereroi, le criptovalute, gli investimenti e il marketing. Purtroppo non ho mai giocato con le bambole e mia madre pensava che fossi “un tipo strano”. Dobbiamo partire dalle scuole, anzi, dagli asili. Dobbiamo educare le nuove generazioni al fatto che non vi sia alcuna differenza tra maschietti e femminucce, tra rosa e azzurro, tra bianco e nero. Dobbiamo educare i genitori. Possiamo farlo, dobbiamo farlo, ma la strada è ancora lunga".

  • Saveria Spezzano, Content Creator & Marketer


Dalle frasi del nostro team si intuisce quanto l’educazione giochi un ruolo di importantissimo rilievo. Siamo felici delle lotte, delle mete raggiunte e della eterogeneità di Develhope, ma abbiamo ancora tanto su cui lavorare.

Consapevoli che non sarà affatto semplice, auguriamo a tutte le donne che sono arrivate a leggere fin qui una vita felice e piena di soddisfazioni.

Siate coraggiose.

#Codeforimpact