Flipped Classroom: che cos'è e come funziona

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La Flipped Classroom, in italiano classe rovesciata, è un metodo di insegnamento moderno che modifica il tradizionale apprendimento scolastico. Si abbandonano, quindi, le lezioni frontali in presenza per preferire video e contenuti multimediali in grado di permettere una autonoma preparazione direttamente a casa. Solo in un secondo momento, poi, si ritorna a scuola per discutere in maniera attiva di ciò che si è imparato, confrontandosi con gli altri studenti e con gli insegnanti.  Di fatto, quindi, si capovolgono completamente gli schemi ai quali siamo abituati, concedendo maggiore indipendenza agli alunni. Vediamo più nel dettaglio come funziona.


Flipped classroom: come funziona


Con questo metodo si fa leva sul fatto che le competenze cognitive di base
come ascoltare e memorizzare possono essere attivate anche a casa, in
autonomia, attraverso video didattici o testi proposti dagli insegnanti. In classe,
invece, si possono attivare le competenze cognitive alte, quindi la comprensione, la
valutazione di ciò che si è imparato e la sua applicazione. E questo perché lo
studente può confrontarsi sia con gli altri compagni, che con gli insegnanti,
mettendo in atto quindi quanto appreso.


Negli istituti la Flipped Classroom viene applicata tramite due fasi: la prima
consiste nell’apprendimento autonomo da parte di ogni studente all’esterno delle
aule scolastiche e con l’ausilio di risorse digitali. La seconda, invece, prevede le ore
di lezione in aula, caratterizzate da una didattica orientata alla messa in pratica
delle nozioni apprese. In questo momento la collaborazione e la cooperazione
svolgono ruoli fondamentali nel processo di apprendimento. Sostanzialmente,
quindi, la Flipped Classroom propone l’inversione dei due momenti classici: la lezione si svolge a casa, individualmente, mentre la pratica e lo studio vengono effettuati a scuola tramite attività collaborative.


Gli obiettivi della Flipped Classroom e il ruolo dell’insegnante


Ovviamente con questo metodo cambia anche il ruolo dell’insegnante, che non è più colui che “semplicemente” distribuisce nozioni, bensì diventa un
accompagnatore e guida un processo di apprendimento che vede lo studente al
centro. E permette, in questo modo, agli alunni di maturare maggiore autonomia e responsabilità. Così il tempo trascorso a scuola diventa anche più funzionale e produttivo, perché le ore sono impiegate nel risolvere i problemi più complessi e approfondire gli argomenti in modalità peer to peer (tra pari).


Secondo quanto riportato dall’Istituto Nazionale Documentazione Innovazione
Ricerca Educatica (Indire), le finalità della Flipped Classroom sono
principalmente tre. La prima è migliorare le interazioni educative in aula,
ottimizzando di conseguenza il tempo a scuola, sviluppare e rafforzare
l’apprendimento autonomo e tra pari e dedicare più tempo ai giovani che
necessitano di maggior supporto. La seconda, invece, è mettere al centro del
processo lo studente fornendogli strumenti che gli consentono di approfondire gli argomenti, andando così a generare un contesto più ricco e stimolante.

Gli studenti non solo sono attivamente coinvolti nel percorso e consapevoli degli obiettivi ma partecipano anche alla valutazione. Infine, lo scopo è quello di promuovere lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti, la loro autonomia e capacità di lavorare con gli altri, preparandoli così meglio al mondo del lavoro rispetto alla didattica tradizionale.

Saveria Spezzano

Saveria Spezzano

Product Marketing Manager @Develhope